Il 26 Aprile arriva il maestro Tagliaferri a Sassari...
- Francesco Bianchi
- 2 giorni fa
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Creta al buio torna in Sardegna!
Il 26 e 27 Aprile si terrà il laboratorio La Creta al Buio - che rilascia attestato accreditato MIUR - con lo scultore e formatore Felice Tagliaferri, fondatore della prima scuola di arti plastiche diretta da un artista NON VEDENTE, collabora con Musei, Scuole, Università e Accademie in tutta Italia e all'estero. Un laboratorio aperto a insegnanti, educatori, OEPAC, psicologi, arteterapeuti, chiunque lavori nel mondo dell’assistenza e dell’educazione ma anche artigiani, artisti e chiunque sia interessato a scoprire un nuovo modo di sperimentare la manipolazione e la scultura tattile.
Nella sede messa a disposizione dall’Associazione Alzheimer Sassari presso l’ospedale San Camillo, attraverso la guida del Maestro Tagliaferri, cercheremo di scoprire cosa è veramente l’universo sensoriale, il concetto di limite, il rapporto tra immagine e forma, tutto questo senza nessuna obbligatoria performance. Non è richiesta infatti nessuna capacità nell’uso della creta né abilità particolari.
"Io non insegno a persone con disabilità ma a persone con le più diverse caratteristiche. Nei miei gruppi ci sono persone disabili e non, persone di tutte le età, dal bimbo di otto anni sino all’anziano di novantanove. Alla fine, utilizzando un linguaggio comprensibile a tutti, vengono trasmesse delle nozioni che permettono ai partecipanti di fare le stesse cose. L’unica differenza può riguardare i tempi di realizzazione, c’è chi ha bisogno di mezz’ora, chi di un’ora, chi di due. Ciò che insegno loro è che non è importante il risultato finale, ma il “come si sta” mentre si fanno le cose.»
Felice Tagliaferri
E se vi raccontassi che con l'uso delle mani, dei gomiti, del mento, delle ginocchia...insomma sì, con tutto il corpo, è possibile creare qualcosa senza aver necessità di vederlo? Immergersi nell'esperienza di "Creta al Buio" - non si lavora al buio, né sempre bendati - non significa solo lavorare sul proprio senso del tatto, ma anche mettersi nelle condizioni di persone con disabilità per comprenderne strategie di creazione, modalità di lavoro e modelli di comunicazione.

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